‘Non perdere mai di vista i tuoi obiettivi’
Da qualche settimana assistiamo a un fenomeno magico: il risveglio della natura. Lei non si ferma mai. Va avanti nonostante il nostro lockdown e torna a riappropriarsi dei propri spazi, invasi dall’uomo. La ciclicità delle stagioni è una delle certezze che al momento abbiamo; ogni volta sappiamo che trascorso il gelo dell’ inverno, saremo pervasi dal calore della primavera. Quest’anno però ha un sapore più amaro, ma tutti riponiamo la nostra fiducia nel futuro. Certo è che in questo periodo mantenere l’umore alto non è poi così semplice…

Oggi però è stata una giornata più colorata, sono stata contattata dalle mie prof che ci aiutano a non demordere mai.
#courageabovefear
Al contrario degli altri giorni e diversamente da quanto mi aspettassi, mi hanno affidato un progetto del tutto nuovo.
Intervisterò Cristiana Rivellino Santella: mamma, Image Consultant, Fashion stylist, Creative Director e docente. Insomma per un giorno sarò una giovane giornalista.
Purtroppo la situazione che stiamo vivendo non mi ha permesso di poterle parlare vis à vis e dobbiamo quindi far in modo che le lettere imprese sullo schermo, assumano la sua e la mia voce… Certo, con un po’ di immaginazione, ma con il giusto entusiasmo, lo stesso con il quale noi abbiamo affrontato questa intervista. La sua forza, la sua determinazione, audacia traspaiono dalle sue foto, vengono fuori irrompenti, facendoci per un attimo scordare dello schermo che ci separa.
Leggere per credere…
Ciao Cristiana, grazie per la tua disponibilità. Raccontaci un po’ di te e di cosa ti occupi.
Ciao Marina, grazie a voi per avermi coinvolto .
Ho 35 anni e sono nata a Campobasso, ma a 18 anni ho iniziato a rispondere alle mie domande esistenziali cambiando città ogni volta che potevo. Roma, Verona, Milano, Ferrara, tanto per citarne qualcuna. Poi però la maggior parte delle risposte le ho trovate a Milano e da qui non sono più andata via.
Oggi sono una mamma (a tempo pieno), una docente (per qualche ora al giorno), una stylist e consulente d’immagine (quando serve) e una creative director (quando me lo chiedono). E soprattutto sono una donna molto felice, anche se ancora piena di domande.
Da Laureata in Architettura-disegno industriale a Image Consultant, Fashion stylist e Creative Director. Come, da laureata in disegno industriale, sei riuscita a cambiare percorso e soprattutto sei riuscita a farti notare facendo così tanta strada?
Durante l’ultimo semestre del corso abbiamo avuto la possibilità di scegliere un indirizzo e di approfondire al meglio l’argomento di tesi. Avevo scelto Yacht Design, ma ricordo ancora la faccia del mio professore quando mi disse che no, non era il caso. Allora mi sono fermata a riflettere e ho deciso che era arrivato il momento di dare una chance alla mia passione per la moda. Mi sono allora trasferita a Verona, dove ho iniziato uno stage in un atelier e nel mentre preparavo la tesi. Laureata ho iniziato poi, sempre a Verona, a lavorare in un ufficio stile. Nel 2008 approdo a Milano dove ho iniziato un percorso professionale disegnando in un ufficio stile molto importante, ma sentivo che anche quello non era il mio posto. Da lì poi sono arrivati i primi stage nelle redazioni moda e iniziavo a capire meglio cosa mi veramente piacesse, e grazie ai primi contatti con senior stylist, grazie a una serie di incontri, sempre accompagnati da una never ending gavetta e da una considerevole buona volontà.
Un po’ lungo da raccontare tutto il percorso, ma nonostante dubbi ed incertezze non ho mai perso di vista l’obiettivo, focalizzando tutte le mie energie sul punto d’arrivo. Capitava spesso che venissi pagata molto poco e mi inventavo altri lavori per poter arrivare a fine mese, ma ho capito quanto mi fosse d’aiuto la mia testa dura e le mie idee (semi)chiare sul mio futuro.
Credimi, con la schiena dritta e senza calpestare i piedi a nessuno, con lealtà e forza di intenti, si arriva ovunque.
L’ Image Consultant è una figura fondamentale per l’ immagine di un artista e di un brand, tra le tue collaborazioni :Elisa, Ligabue, Colapesce, Warner, Universal, Adidas Originals, Diesel, Nike… Esser in continuo aggiornamento con le tendenze sarà il tuo pane quotidiano e riuscire a nascondere le criticità e ad esaltare i punti di forza di un soggetto con cui lavori non è semplice!
Lavorare con artisti di ogni genere, sicuramente ti darà l’occasione di partecipare ad eventi, concerti, feste… ai nostri occhi il tuo lavoro sembra bellissimo, ma è sempre tutto oro ciò che luccica?
Bisogna essere aggiornati in tutti i campi. Sapere in che direzione andiamo e cosa succede intorno a noi sono aspetti importanti che ci rendono quello che siamo, che ci aiutano a prevedere le mosse da fare
Le tendenze non sono una cosa che mi interessa molto, ho sempre cercato di tirar fuori dai brand e dagli artisti la propria personalità, evitando così di etichettarli necessariamente in una determinata tendenza. E’ molto importante mantenere le radici e tirar fuori ciò che si è davvero, molto ma molto meno lo è annullare le differenze e omologarsi.
Così come ogni artista ha la propria storia, ogni brand ha le proprie radici: solo differenziandosi hanno possibilità di emergere davvero.
Lo ammetto, sì, il mio è un lavoro bellissimo, è divertente, mi permette tanto e, come tutti i lavori che si rispettino, ha dei contro che sono notevoli. Ma non per questo mi lamento
In genere è difficile comunicare o trasmettere la propria personalità, determinazione e carattere attraverso i social e curiosando sul tuo profilo instagram tu ci riesci benissimo. Scorrendo i tuoi post si evince chiaramente il tuo look, in particolare ciò che mi è saltato subito all’occhio è uno dei tuoi tatuaggi ‘mal che vada, andrà bene’, cosa rappresentano loro per te?
Instagram per me è un diario, ogni giorno pubblico appunti, idee, ricordi, ispirazioni, che altrimenti perderei perché sono molto molto disordinata (per il lavoro uso due agende cartacee e non so mai “dove ho scritto cosa” e iCal dal telefono, che non è MAI sincronizzato con il computer), quindi è tutto messo lì così, come un flusso di coscienza, mi piace sapere che da tutto quel caos ne venga fuori un profilo ben chiaro di me
E i tatuaggi per me hanno la stessa “funzione”, il mio braccio sinistro è la mia Smemoranda del liceo, dove appunto tutto ciò che mi piace e che ho a cuore, come la frase di una canzone, il personaggio di un fumetto, il mio indirizzo di casa, disegnini che mi piacciono. Non amo la filosofia del tatuaggio fatto per ricordare chissà cosa.
“Mal che vada, andrà bene” nasce da un mantra che mi sono ripetuta in tanti momenti bui e difficili che ho avuto nella mia vita, ma una sera d’estate di qualche anno fa vedevo che prendeva sempre più forma, vedevo sempre meglio il suo senso. Le cose vanno come devono andare, per quanto noi possiamo impegnarci nel cambiare direzione o finale di una storia. E quel finale che è stato scelto per noi, nella maggior parte dei casi, è quello giusto. Ecco perché “andrà bene”, anche se, in prima battuta, ci sembra “male”.
Ho letto anche una serie di tuoi articoli, tra cui qualcuno per Vanity Fair. Ma ho anche potuto notare che il mondo della moda non è il tuo unico interesse! Su Spotify ogni settimana ci delizi con la tua “Santa radio” e le tue playlist settimanali hanno sempre più seguito. Come cerchi di trovare il giusto connubio tra moda e musica, e come quest’ultima influenza il tuo look e la tua creatività?
Ho lavorato per Vice, L’Officiel, Marieclaire, Vanity Fair, Glamour. La scrittura è sempre stata tra le mie passioni, ma ultimamente non mi motiva più come un tempo. Invece la musica è qualcosa che fa parte di me in maniera diversa, non è una passione, è proprio parte di me. Sono molto stonata, a livelli inverosimili, ho provato a suonare diversi strumenti, ma sempre con pessimi risultati, eppure schiacciare PLAY appena mi sveglio al mattino è la prima cosa che faccio dopo aver aperto gli occhi.
Santa Radio è un bel passatempo che mi fa rilassare da un anno circa: ogni settimana preparo delle playlist e le pubblico su Spotify oppure ospito amici musicisti a fare le loro playlist del cuore. Mi diverte tantissimo.
Sei nata in una piccola realtà come il Molise, come è stato catapultarsi in una grande metropoli come Milano, dove attualmente vivi?
Mi è sembrato un passaggio naturale, da quando ho messo piede qui non ho sentito cambiamenti, malinconia o altro. Era come se fosse un passaggio/arrivo ovvio nel mio cammino.
Da qualche mese Milano, come tutta l’Italia, è stata messa in ginocchio dall’arrivo di una pandemia, che ha trascinato nel baratro molte aziende tra cui quelle che riguardano il mondo della moda.
Fiere, grandi eventi e sfilate sono state rinviate. I negozi hanno abbassato le loro saracinesche.
Prada, Gucci, Armani, Burberry, Fendi, Dior ecc. hanno subito risposto all’ emergenza convertendo i loro macchinari per produrre mascherine antivirus e protezioni per gli operatori sanitari.
Insomma possiamo ben vedere come la moda sia stata in prima linea tra donazioni e progetti per fronteggiare l’ emergenza.
Per quanto riguarda il tuo lavoro, come si è adattato all’ emergenza? Come trascorri la tua quarantena?
In verità ho perso molti lavori, alcuni dei miei clienti hanno giustamente rinviato shooting e incontri, per cui non è stato facile. L’annullamento di fiere di settore, le chiusure dei negozi, il calo di vendite… sono tutte decisioni e conseguenze molto forti per noi tutti. Credo sia il minimo che industrie di settore convertano le proprie produzioni per sostenere la battaglia contro il Covid. Come cittadini siamo tutti chiamati a fare il possibile per arginare i danni e per risolvere la situazione quanto prima. E’ una questione di buon senso, non di bontà. La cosa triste è che ci sentiamo uniti solo di fronte a drammi epocali come questo. Perché non riusciamo a esserlo nel quotidiano? Quello che mi auguro è che questo dramma possa cambiare radicalmente le nostre abitudini, il nostro modo di fare e di operare. Lo dobbiamo a chi sta lavorando in prima linea, a chi è mancato e a chi verrà dopo di noi, fa parte del nostro senso civico.
Da te quindi, donna (e mamma) forte e intraprendente, possiamo solo rubare che delle chicche; cosa ti senti di consigliare a noi ragazzi con tantissimi sogni?
Di base sono una sognatrice anche io e i sogni non hanno età, ne’ sesso, anzi, restano una delle poche cose che ci accomunano tutti e che ci tengono vivi
Una cosa è certa: non c’è nessuna ricetta per arrivare dove si vuole arrivare.
Ma le idee chiare, il buon senso e un po’ di faccia tosta sicuramente sono di grande aiuto!
Parlare con Cristiana, anche se solo virtualmente, è stato come ricevere una dose spropositata di energia e di forza necessarie per rincorrere e raggiungere tutti i nostri sogni e trovare il nostro posto nel mondo. Per farlo al meglio dovremmo provare ogni strada che la vita ci metterà davanti, e anche se in un primo momento dovessimo ritenerla sbagliata, sarà un piccolo tassello che andrà a incastrarsi perfettamente insieme a quelli che formano la nostra esperienza. Prima o poi scopriremo la nostra vera identità senza fare scelte forzate e senza considerare il tempo come un nemico.
In ogni caso, come ci dice Cristiana, “mal che vada, andrà bene”.
di MARINA ERROI