Ex studentessa Burgo, oggi Textile Designer a Barcellona

“LE PAURE PIU’ GRANDI SONO NELLA NOSTRA TESTA.”

In questo lungo e brutto periodo di quarantena dovuto alla pandemia in corso, tutti noi abbiamo avuto momenti di stress, preoccupazioni e ansie. La prima cosa che mi sono chiesta quando ho saputo di dover restare rinchiusa in casa per dei mesi, io che proprio non sono abituata a farlo perché stando ferma mi sembra di impazzire, è stata: “Cosa farò?”. Ho disegnato, ovvio, ho passato in rassegna tutte le sfilate, ho lavorato ai miei cartamodelli, ho cucito e dipinto tessuti, ho sperimentato qualcosa di nuovo facendo pasticci (si, perché a volte le idee migliori vengono così!), insomma, mi son data un pò da fare. Poi finalmente è arrivato il mio turno di intervistare una persona del settore moda per il giornale dell’Istituto. lo, ovviamente, ho detto “si” di corsa! Credo sia importante cogliere al volo tutte le esperienze che ci vengono offerte, e questa in particolare mi da la possibilità di entrare nella vita di qualcuno che ha svolto il mio stesso percorso e oggi fa ciò a cui io aspiro, di trarne ispirazione e una spinta in più per arrivare ai miei obiettivi. Quindi eccoci! Oggi vi porto con me nella vita di Flavia, ex studentessa Burgo come me, oggi Textile Designer nella bellissima Spagna, per la precisione a Barcellona.

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Ciao Flavia! Anche se a distanza, è un enorme piacere per me avere la possibilità di conoscerti. Allora, andiamo per gradi: raccontaci un pò chi sei e da dove vieni!

Piacere mio! Mi chiamo Flavia, ho 33 anni, sono di Milano ma attualmente residente a Barcellona dal 2015.


Anche tu, come tutti noi, hai studiato all’Istituto di Moda Burgo. Com’è stata la tua esperienza in accademia?

Dalla fine del Liceo ho sempre avuto il desiderio di studiare in un’accademia di moda come la Burgo, ma i casi della vita mi hanno portata a frequentare la scuola a 27 anni già con un lavoro a tempo indeterminato nel campo della grafica pubblicitaria. Frequentare l’Istituto Burgo è stata la realizzazione di un sogno che ormai aspettava da troppo tempo.


Se posso sbirciare un pò nel tuo percorso…. In cosa consisteva la tua collezione finale?

La mia collezione finale era ispirata alla figura di Giovanna D’Arco. Una versione moderna e rivisitata del personaggio con uno stile androgino e gotico.

Molti di noi non trovano il coraggio di lasciare la propria terra, la propria casa o gli affetti per catapultarsi in un’altra vita, come hai fatto tu. So che sei volata a Barcellona, ma come ci sei finita lì?

Il mio amore per Barcellona arriva molto prima della moda. Prima di trasferirmi ero già venuta qui in vacanza almeno cinque o sei volte, e ho sempre pensato “è qui che vorrei vivere”, ma si sa, sono quelle cose sulle quali si fantastica quando si è in vacanza in un posto splendido. Poi, negli ultimi anni, la produzione tessile in Catalunya è esplosa, nelle zone fuori Barcellona sono nati tantissimi studi di design, fabbriche, fornitori fast-fashion per le grandi catene come Inditex, incentrati proprio sulla produzione di stampe ispirate alle tendenze presentate durante la FW. Mentre frequentavo il corso di stilista di moda cominciai a cercare informazioni per capire quante possibilità avrei avuto come italiana espatriata che non parlava spagnolo e che non aveva nessuna conoscenza in Spagna. Qualche mese dopo il diploma la curiosità ha vinto sui dubbi e mi sono lanciata.

Al momento lavori come textile designer, fantastico! Prima di addentrarci nel discorso e scoprire in cosa consiste il tuo attuale lavoro, hai avute altre esperienze sempre nel settore moda o questa è stata l’opportunità che ti si è presentata e che hai colto al volo?

Come ti dicevo, quando ho iniziato il mio percorso di studi facevo tutt’altro. Lavoravo già da cinque anni come grafica pubblicitaria per una famosa piattaforma televisiva, disegnavo a mano per me stessa avendo frequentato il liceo artistico. La vera occasione lavorativa è arrivata una volta a Barcellona, dopo 2 mesi di corso intensivo di spagnolo (che è stato fondamentale per me), grazie al quale sono riuscita a sostenere un colloquio e sono stata presa come Textile Designer, sostenendo una prova di disegno con un tema assegnato. Non è stato affatto semplice ma da queste parti la determinazione è la chiave.

Allora, ce lo spieghi in cosa consiste davvero il lavoro da textile designer?

Il mio lavoro consiste nel disegnare collezioni di stampe ispirate alle tendenze per brand, studi di design o clienti privati. E’ soprattutto un lavoro di ricerca, di studio, mi piace proporre idee in libertà e cerco di prendere ispirazione dalle sfilate e dalle collezioni nei negozi. Punto sempre a creare qualcosa di “tendenza” che rispecchi il mio stile. Una volta consegnato il lavoro, il cliente deciderà quali stampe inserire nella sua collezione. I coloristi poi cambieranno i colori del print, seguendo la color palette della stagione. Sarà poi compito degli stilisti decidere quale stampa, con quali colori e su quale capo d’abbigliamento, entrerà nella collezione.


Sbirciando un pò sul tuo profilo Instagram e Behance, ho potuto notare che hai avuto occasione di collaborare con numerosi brand, come Mango, Zara, Springfield etc. Come è stato collaborare con questi brand, soprattutto all’inizio? 

Le collaborazioni con questi famosi brand sono arrivate grazie al mio primo lavoro qui a Barcellona. La fabbrica per la quale ho lavorato dal 2015 al 2017 è una dei più grandi fornitori Inditex della Spagna. Mensilmente le nostre collezioni venivano mostrate ai marchi e selezionate da un team di compratori. Devo dire che è molto difficile che scelgano proprio la tua in mezzo a montagne di campioni, colori e fantasie, però è successo, e più di una volta! L’emozione di vedere la vetrina di Mango o Zara con le tue stampe non ha prezzo.

Le aziende dettano la direzione alla tua ispirazione o sei libera di dar sfogo alla tua creatività? Qual è la tua maggiore fonte di ispirazione?

Quando disegni per un grande marchio è molto difficile che ti diano carta bianca, anzi, è quasi impossibile! Sanno perfettamente cosa stanno cercando, per quale capo d’abbigliamento e con quale palette colori. I cambi e le indecisioni possono diventare innumerevoli, e la tua creatività viene spesso sacrificata. E’ molto diverso invece quando si lavora con piccoli studi o clienti privati che hanno un’idea sul tema ma lasciano a te la libertà di creare e proporre. La mia ispirazione non arriva da qualcosa in particolare ma da quello che sento al momento. In questo periodo amo le texture naturali ispirate alle venature del marmo, adoro la tecnica decorativa giapponese chiamata Shibori, il Tie Dye è ritornato tra noi e non mi dispiace affatto. Vado a momenti e sensazioni.

Descrivici la tua giornata lavorativa tipo.

Adesso che sono freelance la mia giornata è sempre diversa, posso decidere i miei orari, come e quando fare ricerca e quando disegnare, non ho una particolare routine. L’importante è riuscire a rispettare sempre le scadenze e non farsi distrarre, impresa molto difficile quando si lavora da casa.

Anche io, come tanti altri ragazzi in questo settore, ho la mente piena zeppa di idee, mi piace stare lì a immaginare e creare fantasie e stampe, prendendo ispirazione dal mio personale vissuto, da quello che ho visto e ricordo. Cosa consiglieresti ad una ragazza come me, che magari ha paura o fa fatica a buttarsi a capofitto nelle cose nuove?

Le paure più grandi sono solo nella nostra testa. Questa è la lezione che ho imparato quando mi sono trasferita a Barcellona. La chiave è trovare la giusta motivazione. Se questa è più forte della paura di non farcela, riuscirai a realizzare i tuoi sogni. La strada non sarà sempre facile, richiederà impegno e passione, ma se trovi la forza per andare avanti, nessuno potrà fermarti!


Sono arrivata alla fine dell’intervista. Ascoltare Flavia mi è stato di grande ispirazione. Nella vita ci vogliono sudore, determinazione, passione e amore per ciò che si fa se si vogliono raggiungere degli obbiettivi. Ci vuole soprattutto coraggio per buttarsi nelle opportunità che la vita ci offre.

Come ha detto Flavia la strada non sarà sempre facile, richiederà passione e tantissimo impegno. “LE PAURE PIU’ GRANDI SONO NELLA NOSTRA TESTA”.

Ringrazio ancora di cuore le mie insegnanti per avermi dato questa opportunità, facendomi conoscere Flavia che è stata per me un punto di forza in più da cui ripartire dopo questo brutto periodo.

di Francesca Lanzilotti