Ex studentessa Burgo,
oggi sarta di scena per il mondo dello spettacolo

Vi siete mai soffermati a pensare a cosa ci sia dietro a uno spettacolo teatrale, un film, un programma televisivo? Se proverete a pensarci, vi verranno in mente tante figure che contribuiscono alla realizzazione di questi, immagino penserete immediatamente ai registi, ai tecnici delle luci, ai cameraman.
Una figura fondamentale ma poco conosciuta, presente ogni qual volta si debba mettere in scena qualcosa, è il costumista insieme al suo team di sarte, figure indispensabili per poter trasmettere un pensiero o impostare un dialogo collocandoli in una determinata epoca.
In questa intervista abbiamo conosciuto, appunto, Francesca Cavazza, una ragazza che proprio come noi ha iniziato il suo percorso all’Istituto di moda Burgo ed oggi è dietro le quinte come sarta per il mondo dello spettacolo.
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Ciao Francesca, siamo Angela e Claudia. Siamo entusiaste dell’opportunità che ci è stata data di conoscere te e la tua storia! Presentati ai nostri lettori!

Ciao ragazze! È un piacere partecipare a questa intervista. Mi presento: mi chiamo Francesca, ho 29 anni e sono nata e cresciuta a Monza. Ho studiato presso l’Istituto di Moda Burgo di Milano frequentando il corso da Stilista, per poi fare un approfondimento di qualche mese esclusivamente di sartoria. Questo percorso mi ha poi portato a lavorare nel mondo della TV dove faccio la sarta di scena, ovvero mi occupo della realizzazione, della messa a misura e della preparazione degli abiti che vengono utilizzati in un programma televisivo. 

Entrambe frequentiamo la sede di Lecce dell’Istituto di Moda Burgo e come è naturale che sia, sono tante le domande che ci poniamo su come muoverci dopo il diploma. Anche tu hai svolto il nostro stesso percorso di studi e allora lo chiediamo a te. Com’è stato il tuo primo giorno da diplomata? Hai sempre avuto ben chiaro il tuo obiettivo?

Il mio primo giorno da diplomata è stato..d’estate! Al tempo, durante il periodo estivo, lavoravo nei villaggi turistici occupandomi, oltre che dell’animazione diurna, anche dei costumi per gli spettacoli serali. Era un lavoro che facevo già da anni mentre studiavo, quindi appena diplomata sono partita per la stagione estiva che mi stava aspettando. A quel tempo non avevo ancora idea di cosa avrei fatto come “lavoro vero” nella vita. Devo dire che col senno di poi, occupandomi già di abiti da scena, ero sulla strada giusta!


Inserirsi nel mondo della televisione non deve essere una passeggiata, la competizione è tanta e serve sicuramente tanta caparbietà e la capacità di riprovarci più volte. Per te com’è andata?

Per me entrare nel mondo della televisione è stata un po’ una congiunzione astrale. Come vi dicevo prima, finito il diploma non avevo ben chiaro cosa volessi fare, quindi rientrata dalla stagione estiva in villaggio ho iniziato a inviare curriculum a varie case di moda e atelier con purtroppo scarsi risultati. Su suggerimento di un amico, dopo qualche mese, ho provato a bussare alle porte delle case di produzione televisiva di Milano. Per puro caso, ho compilato un’autocandidatura online nel momento esatto in cui cercavano proprio la mia figura senza trovarla e dopo due settimane è iniziata la mia avventura in TV. La difficoltà è venuta dopo. E’ un mondo abbastanza competitivo dal punto di vista economico ed è fondamentale costruirsi dei punti di forza per poter dare quel qualcosa in più che ti permetta di essere richiamato per il lavoro successivo. 

Attualmente lavori come sarta per il programma E poi c’è Cattelan. In quali altri programmi hai avuto occasione di lavorare e in cosa ti vedi diversa oggi rispetto al tuo primo giorno dietro le quinte? Il primo giorno si ha sempre paura di non essere all’altezza e forse questa è la più grande paura per un neo diplomato!Al momento ho appena terminato la messa in onda di EPCC, programma a cui voglio bene e a cui partecipo da qualche anno. Oltre a EPCC, ho partecipato a programmi di tutti i tipi, talent come “Xfactor” e “Italia’s Got Talent”, programmi docu-reality come “Il collegio”, varietà tipo “La sai l’ultima?”, programmi comici come “Saturday night live Italia”, produzioni di cucina come “Cuochi d’Italia” e “Top Chef”. Proprio Top Chef è stato il mio primo programma televisivo e si, non mi sentivo assolutamente all’altezza. Primo lavoro dopo la scuola, la preparazione dei costumi prima dell’inizio delle registrazioni non pensavo sarei stata in grado di farla. Ho avuto la fortuna di lavorare con persone esperte, che hanno avuto fiducia in me e con il tempo sono anche diventate amiche, quindi questo mi ha dato coraggio. In ogni caso, a tutt’oggi, ho ancora ansia da prestazione quando faccio un lavoro nuovo, magari con persone che non conosco. Tengo così tanto a quello che faccio che spero sempre di poter dare il meglio.


Essere capo sarta e lavorare dietro le quinte di programmi TV, visto dall’esterno, sembra un lavoro molto entusiasmante, ma di sicuro nella realtà non è solo divertimento. Chi indossa gli abiti ha occhi e riflettori puntati addosso e di conseguenza tutto deve essere impeccabile. Come riesci a gestire tutto e a risolvere gli imprevisti che si presentano in poco tempo?

Lavorare dietro le quinte spesso non è solo nel momento in cui si registra o si va in diretta, di solito c’è almeno qualche giorno di preparazione in cui si fanno le prove costume e ci si prepara al meglio per evitare imprevisti dell’ultimo momento. Poi ovvio che questi succedono come ovunque, purtroppo penso che l’arte dell’improvvisazione e del saper reagire al volo ai problemi non si possa insegnare, però consiglio sempre di avere a portata di mano aghi già infilati e forbici, di sicuro aiuta!


Il lavoro dietro le quinte molto spesso viene visto come quello dell’ultimo secondo dai non addetti ai lavori. Nella realtà immaginiamo ci sia una grande organizzazione, una scaletta da seguire, delle scadenze, ecc. Quanto è importante in questo il lavoro di squadra e quanto i vari ruoli finiscono per intersecarsi ed essere l’uno di supporto all’altro nei momenti di fuggi fuggi?

Come vi dicevo prima dipende un po’ dal set che stai seguendo, ma in linea di massima la squadra dei costumi lavora già da giorni prima per arrivare preparati alla registrazione. Le squadre costumi possono variare in base al carico di lavoro da preparare: a volte sono da sola con il/la costumista, il capo reparto che decide la linea stilistica da seguire e propone i capi da realizzare o da adattare a chi dovrà indossarli, altre volte siamo più sarte e assistenti ai costumi al servizio del/della costumista. Quando la squadra è più grande è importante organizzare bene i lavori e aiutarsi a vicenda, in questo modo sarà più facile realizzare tutto ciò che serve senza problemi. È qui che entra in gioco il ruolo di responsabile sartoria, in modo che la produzione abbia il riferimento di una persona precisa per avere gli ordini di materiale necessario, mentre il/la costumista aiuta ad organizzare prove costume e prove su palco in base anche a cosa si ha pronto in sartoria. Avere una persona con cui relazionarsi su queste cose aiuta a non creare caos ed avere risposte tempestive in base alle necessità. Ci incuriosisce il mondo dello spettacolo, e tutto il lavoro che c’è dietro. Come si svolge una giornata tipo in una sartoria televisiva?

Le giornate tipo in sartoria sono abbastanza varie, dipende anche se è una giornata di registrazioni, di preparazione o di sistemazione. Di solito, qualsiasi cosa tu debba fare durante la giornata, la prima cosa che fai è accendere il ferro da stiro e l’ultima è spegnerlo in modo che sia sempre pronto a qualche emergenza piega. Se è una giornata di preparazione solitamente si manda avanti il lavoro, eventualmente si fanno prove costume e si preparano gli stand con i cambi per la puntata. Se è una giornata di registrazione controlli che tutto sia stirato e in ordine, prepari i camerini con gli abiti, gli accessori e tutte le richieste in modo da essere pronti per non avere problemi una volta iniziato a girare. Se invece è una giornata di sistemazione, quello è il momento di transizione tra due puntate: riordini, prepari per la lavanderia le cose utilizzate e prepari il lavoro per iniziare la puntata successiva.


Ci sono altri progetti che hai messo in stand-by e che vorresti realizzare in futuro?

Al momento progetti in stand-by non ne ho, sto facendo quello che mi piace, come mi piace e scoprendone risvolti sempre nuovi, quindi per ora sono contenta così., domani chissà. 


Quali sono i consigli che avresti voluto ricevere quando eri ancora una studentessa per arrivare alla te di oggi?

Quando ero una studentessa avrei voluto semplicemente essere più sicura di me, sarebbe stato bello se qualcuno mi avesse detto che sarei riuscita a cavare un ragno dal buco in qualche modo!

di Claudia Maselli e Angela Troiani